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Olga Polichtchouk (come viene correntemente traslitterato il suo nome russo) nasce nel 1957 a Leningrado, la città dalle “notti bianche” – come la chiamava lo scrittore Dostoevskij – oggi ritornata al suo antico nome, San Pietroburgo, e al suo ruolo di punto di incontro fra le correnti artistiche slave ed europee. Inizia a dipingere già in giovanissima età, con il sogno di poter fare un giorno dell’arte la propria attività primaria. Non a caso, mentre è impegnata a conseguire la maturità classica studia presso il liceo artistico dove segue le lezioni di pittura e di disegno di noti maestri come i coniugi Valentin e Tamara Kavolin. Successivamente frequenta “I corsi dei liberi disegnatori” all’Accademia delle Belle Arti, iscrivendosi alla classe del maestro Gorb Tatiana. Nello stesso periodo va spesso a visitare il maestro Nikolai Koscelkov nel suo atelier. 

 

Arrivano le prime collaborazioni: grazie all’abilità delle sue mani è sempre più richiesta come illustratrice da un periodico per la gioventù molto famoso in epoca sovietica, “Leninskie Iskri”; collabora poi con la rivista “Kostőr” e con la televisione. 

Nel 1980 supera brilliantamente gli esami d’ingresso per l’Accademia Statale di Arte Industriale, dove studia con passione e con successo. Per mantenersi agli studi insegna nelle scuole medie e si concede una piccola iniziativa: interpreta con originalità grafica le poesie di un autore israeliano. Il libriccino vede la luce nell’anno l981. 

 

Nel 1986 si laurea a pieni voti e con lode, facendo parte del progetto Buran (in russo "Буран" significa tempesta di neve) che fu un programma spaziale sovietico iniziato nel 1976 con l’obiettivo di costruire una navicella spaziale riutilizzabile, simile allo Space Shuttle della NASA. Subito ottiene un contratto di lavoro da un’impresa ad orientamento militare in qualità di designer progettista di prototipi. Nello stesso 1986 il comitato scientifico del più importante spazio espositivo della città, “Il Manege” l’ammette al Salone d’Autunno.

 

Era il tempo della Perestroika e il passaggio epocale dalle storiche conquiste dell’Unione Sovietica all’energia della nuova Russia è vissuto da Olga con entusiasmo e grande impulso. Collabora con la Galleria d’arte “Ariadna”, molto famosa a quei tempi. Nel 1990 il governo comincia a concedere passaporti per l’espatrio e naturalmente un’anima inquieta come quella di Olga ne approfitta subito, al primo invito di esporre in Germania. Dal 1991 si stabilisce a Milano, dove comincia a esporre grazie all’aiuto di un grande amico, Lino Marzulli, pittore di indubbia rilevanza, recentemente scomparso.

 

Ha insegnato la pittura all’Accademia del tempo Libero presso l’Istituto Gonzaga di Milano e ha collaborato per molti anni con lo studio di architettura “Δ2” realizzando elementi pittorici d’autore per vari interni progettati da loro, tra i quali tre tele per la Fiera di Milano e alcuni dipinti per gli interni dei ristoranti “Samarani”.

 

Attualmente fa parte dalla Associazione Italiana Acquerellisti, da cui trae modo di mettere a confronto con altri artisti la propria passione per la tecnica dell’acquerello e si trovare rinnovati stimoli per l’insegnamento nel suo studio di Milano.

Biografia

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